
18 Luglio 2024
Oltre il giardino
Testo di Sara Magro
In copertina La Pellegrina, © Archivio della proprietà
La pandemia ha cambiato definitivamente il nostro stile di vita. Da quell'estraniante evento che ha coinvolto tutto il pianeta siamo riemersi con nuove esigenze, prima di tutte la voglia e il piacere di stare all'aperto, una necessità sì ma decisamente anche un diletto. Le nostre città si sono riempite di dehors portando allegria nelle strade, nelle piazze, davanti ai monumenti, e non c'è più stagione che tenga, anche al freddo, si preferisce stare sotto una stufa a gas che al chiuso in un locale. Nella lunga clausura del Covid abbiamo constatato quale privilegio sia poter stare nella natura, guardare orizzonti ampi, respirare aria fresca, dedicarsi al benessere in senso olistico, dal corpo allo spirito. Riflessioni che poi si sono tradotte in scelte pratiche nell'organizzazione di viaggi e vacanze, con uno sviluppo esponenziale delle destinazioni in montagna e in campagna, dove è più facile far convivere libertà di movimento e isolamento dalla pazza folla.
In questa nuova ottica di un turismo open air e sostenibile, anche i giardini hanno avuto un proprio boom. In pochi anni sono passati da una piccola nicchia di appassionati di botanica e orticultura ad altre categorie di turisti, come le famiglie e i giovani della generazione Zeta, orientati a una mentalità molto più green e alla ricerca di luoghi dove metterla in pratica. L'Italia ha un patrimonio immenso di parchi e giardini visitabili, come i 153 affiliati ai Grandi Giardini Italiani, il più grande network del nostro Paese, e uno dei più grandi in Europa, dove questo fenomeno è tangibile. Molti visitatori li frequentano per contemplare l'incanto, sentire i profumi, godersi il vento tra i capelli, o semplicemente per rilassarsi in un posto di pura bellezza.
Non di sola contemplazione possono però sopravvivere questi tesori di natura e architettura che spesso si visitano in poche ore. Ma come trattenere le persone oltre il tempo della passeggiata tra vialetti, aiuole e piante rare? L'intuizione è stata differenziare l'offerta con spazi per librerie, eventi e ristori e aprendo all'ospitalità sul modello di chi già ce l'aveva, come alcuni grand hotel e ville aristocratiche con ale trasformate in eleganti appartamenti da affittare o in bed and breakfast. Spesso all'interno di un parco c'è una villa altrettanto sontuosa dove è possibile fermarsi più a lungo per godersi la bellezza del contesto, per un pranzo, partecipare a un concerto o alla presentazione di un libro, fare una degustazione, una caccia al tesoro con i bambini, fino a fermarsi anche per una o più notti. È d'altra parte un'esperienza unica poter dormire nelle camere affrescate di una casa patrizia, aprire le finestre al mattino su distese di fiori e piante secolari, e fare colazione in giardino al suono di trenta fontane solo per gli ospiti, prima che i cancelli aprano al pubblico. Lo stesso privilegio si ripete nel tardo pomeriggio, quando se ne sono andati gli ultimi visitatori e l'incanto resta in esclusiva per chi si ferma a cena e per la notte.
Grazie al meccanismo virtuoso del network, i membri dei Grandi Giardini Italiani hanno cominciato a guardarsi a vicenda per migliorare la propria ospitalità e aumentare i visitatori. Anche a piccoli passi, per esempio mettendo alla biglietteria un giovane che parla le lingue, o comprando una macchina per fare il caffè e assumendo personale per usarla. E ne vale sempre l'investimento.
Con il nuovo stile di vacanze, più frequenti e più brevi nel corso dell'anno, e con l'offerta aggiornata e arricchita, i giardini rappresentano una destinazione alternativa, vicina e possibile. Nel network, che solo nell'ultimo anno ha acquisito 12 giardini, ce ne sono di varie tipologie e nessuno è uguale a un altro. Ci sono quelli botanici, paesaggistici, acquatici, moderni, storici e orti, e si trovano ovunque da nord a sud, al mare, in montagna e in campagna, nelle città d'arte. Alcuni hanno persino le sorgenti termali al proprio interno. Spesso si fa base in uno ma se ne possono visitare altri nei dintorni, con piante e collezioni di fiori sempre diversi, come orchidee, glicini, peonie, rose e tulipani.
Per una volta, tanta bellezza e rarità non è un lusso riservato ai soliti happy few, ma è accessibile a tutti. È vero, anche qui c'è qualche hotel e ristorante superstellato, ma la maggior parte sono luoghi dove la semplicità è tutelata da quel sano rapporto qualità/prezzo che, negli ultimi tempi sembra dimenticato. A volte per essere felici basta poco e anche l'accoglienza può procedere a piccoli passi. Basta mettere una panca nel frutteto per invitare gli ospiti a godersi uno spettacolo meraviglioso. Avete mai provato a stare in primavera in un frutteto di albicocchi in fiore? È la poesia di una nuvola bianca, che non si può dimenticare. E l'anno dopo vorrete quasi sicuramente tornare per rivivere quel momento, ma intanto cercherete nuove emozioni in altri eden. Perché questo sono i giardini: paradisi terrestri dove si respira bellezza pura.
In copertina La Pellegrina, © Archivio della proprietà
La pandemia ha cambiato definitivamente il nostro stile di vita. Da quell'estraniante evento che ha coinvolto tutto il pianeta siamo riemersi con nuove esigenze, prima di tutte la voglia e il piacere di stare all'aperto, una necessità sì ma decisamente anche un diletto. Le nostre città si sono riempite di dehors portando allegria nelle strade, nelle piazze, davanti ai monumenti, e non c'è più stagione che tenga, anche al freddo, si preferisce stare sotto una stufa a gas che al chiuso in un locale. Nella lunga clausura del Covid abbiamo constatato quale privilegio sia poter stare nella natura, guardare orizzonti ampi, respirare aria fresca, dedicarsi al benessere in senso olistico, dal corpo allo spirito. Riflessioni che poi si sono tradotte in scelte pratiche nell'organizzazione di viaggi e vacanze, con uno sviluppo esponenziale delle destinazioni in montagna e in campagna, dove è più facile far convivere libertà di movimento e isolamento dalla pazza folla.
In questa nuova ottica di un turismo open air e sostenibile, anche i giardini hanno avuto un proprio boom. In pochi anni sono passati da una piccola nicchia di appassionati di botanica e orticultura ad altre categorie di turisti, come le famiglie e i giovani della generazione Zeta, orientati a una mentalità molto più green e alla ricerca di luoghi dove metterla in pratica. L'Italia ha un patrimonio immenso di parchi e giardini visitabili, come i 153 affiliati ai Grandi Giardini Italiani, il più grande network del nostro Paese, e uno dei più grandi in Europa, dove questo fenomeno è tangibile. Molti visitatori li frequentano per contemplare l'incanto, sentire i profumi, godersi il vento tra i capelli, o semplicemente per rilassarsi in un posto di pura bellezza.
Non di sola contemplazione possono però sopravvivere questi tesori di natura e architettura che spesso si visitano in poche ore. Ma come trattenere le persone oltre il tempo della passeggiata tra vialetti, aiuole e piante rare? L'intuizione è stata differenziare l'offerta con spazi per librerie, eventi e ristori e aprendo all'ospitalità sul modello di chi già ce l'aveva, come alcuni grand hotel e ville aristocratiche con ale trasformate in eleganti appartamenti da affittare o in bed and breakfast. Spesso all'interno di un parco c'è una villa altrettanto sontuosa dove è possibile fermarsi più a lungo per godersi la bellezza del contesto, per un pranzo, partecipare a un concerto o alla presentazione di un libro, fare una degustazione, una caccia al tesoro con i bambini, fino a fermarsi anche per una o più notti. È d'altra parte un'esperienza unica poter dormire nelle camere affrescate di una casa patrizia, aprire le finestre al mattino su distese di fiori e piante secolari, e fare colazione in giardino al suono di trenta fontane solo per gli ospiti, prima che i cancelli aprano al pubblico. Lo stesso privilegio si ripete nel tardo pomeriggio, quando se ne sono andati gli ultimi visitatori e l'incanto resta in esclusiva per chi si ferma a cena e per la notte.
Grazie al meccanismo virtuoso del network, i membri dei Grandi Giardini Italiani hanno cominciato a guardarsi a vicenda per migliorare la propria ospitalità e aumentare i visitatori. Anche a piccoli passi, per esempio mettendo alla biglietteria un giovane che parla le lingue, o comprando una macchina per fare il caffè e assumendo personale per usarla. E ne vale sempre l'investimento.
Con il nuovo stile di vacanze, più frequenti e più brevi nel corso dell'anno, e con l'offerta aggiornata e arricchita, i giardini rappresentano una destinazione alternativa, vicina e possibile. Nel network, che solo nell'ultimo anno ha acquisito 12 giardini, ce ne sono di varie tipologie e nessuno è uguale a un altro. Ci sono quelli botanici, paesaggistici, acquatici, moderni, storici e orti, e si trovano ovunque da nord a sud, al mare, in montagna e in campagna, nelle città d'arte. Alcuni hanno persino le sorgenti termali al proprio interno. Spesso si fa base in uno ma se ne possono visitare altri nei dintorni, con piante e collezioni di fiori sempre diversi, come orchidee, glicini, peonie, rose e tulipani.
Per una volta, tanta bellezza e rarità non è un lusso riservato ai soliti happy few, ma è accessibile a tutti. È vero, anche qui c'è qualche hotel e ristorante superstellato, ma la maggior parte sono luoghi dove la semplicità è tutelata da quel sano rapporto qualità/prezzo che, negli ultimi tempi sembra dimenticato. A volte per essere felici basta poco e anche l'accoglienza può procedere a piccoli passi. Basta mettere una panca nel frutteto per invitare gli ospiti a godersi uno spettacolo meraviglioso. Avete mai provato a stare in primavera in un frutteto di albicocchi in fiore? È la poesia di una nuvola bianca, che non si può dimenticare. E l'anno dopo vorrete quasi sicuramente tornare per rivivere quel momento, ma intanto cercherete nuove emozioni in altri eden. Perché questo sono i giardini: paradisi terrestri dove si respira bellezza pura.
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Cos'è un giardino di farfalle senza farfalle?- Roy Rogers - |
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