La residenza suburbana dell'Imperatore Adriano (117 - 138 d.C.), che ne iniziò la costruzione nel territorio tiburtino al suo rientro a Roma nel luglio del 118, includeva in antico magniloquenti strutture residenziali, lussuosi edifici termali, maestosi ninfei, giardini pensili, padiglioni dedicati all'otium e numerose fontane con giochi d'acqua. Il complesso architettonico, che si estendeva su oltre 120 ettari ca. (oggi visitabile per un terzo), probabilmente era stato concepito dall'Imperatore medesimo e incarnava la rappresentazione stessa del Potere.
Con l'abbandono del complesso antico, gli elementi naturali si riappropriarono progressivamente del sito che venne perciò spogliato anche della sua identità, assumendo la denominazione di Tivoli Vecchio. Grazie ad una mutata sensibilità e alla riscoperta delle imponenti rovine nel 1434 per opera di Ciriaco Pizzecolli, detto anche d'Ancona, l'area fu invece riconosciuta quale residenza imperiale tiburtina divenendo nuova fonte di ispirazione per architetti e artisti, Leonardo, Bramante, Raffaello, Michelangelo fra gli altri, attraendo successivamente sempre più numerosi studiosi e viaggiatori. Sempre in età moderna, il frazionamento dell'insediamento originario in diversi proprietari portò a rimodulare lo sfruttamento dell'area a scopo agricolo, permettendo anche l'impianto di vigneti e oliveti: un plurisecolare ulivo presso il Canopo (detto “Alberobello”) è oggi monumentale testimone di tali fasi produttive. Aree tuttora destinate a giardino richiamano l'antico alternarsi di architetture e spazi verdi disegnati attraverso peristili e cortili arricchiti da aiuole, siepi, pergole, e concepiti di frequente intorno a specchi d'acqua e canali, modellando gli spazi naturali della superficie di un pianoro tufaceo emergente tra corsi d'acqua affluenti del vicino fiume Aniene. L'elemento idrico è connotativo del sito e, per quanto i segni del tempo abbiano per gran parte modificato l'originaria morfologia, la percezione del complesso come “villa d'acqua” e sito ricco di giardini pensili è anche confermata dalle suggestioni suscitate nella rinascimentale Villa d'Este.
Villa Adriana è dal 1870 fra le prime proprietà dello Stato Italiano e dal 1999 è iscritta nella lista del Patrimonio Mondiale Universale dell'UNESCO. Dal 2016 è parte integrante dell'Istituto “Villa Adriana e Villa d'Este”.