
20 Agosto 2015
La rivoluzione di agosto.
Una rivoluzione di Agosto! Il Ministro Dario Franceschini ha nominato 20 super direttori per amministrare i Beni Culturali in Italia, senza passare per concorsi o bandi. Tra le nomine salutiamo la Dott.ssa Serena Bertolucci che dirigeva, con grande successo, Villa Carlotta sul Lago di Como e che andrà ora a dirigere il Palazzo Reale di Genova. Salutiamo anche l'arrivo di Mauro Felicori alla conduzione della Reggia di Caserta. Complimenti ed in bocca al lupo a tutti e due.
Il nuovo corso è quello di cercare di avere dei direttori che possano valorizzare meglio il patrimonio dello Stato Italiano. Sono state scelte persone che già hanno dimostrato di avere successo nel dirigere musei in Italia e all'estero. Le polemiche, poche e prevedibili, sottolineavano che molte nomine, 7 su 20, erano straniere. Mi pare però che molti Italiani lavorino in musei e teatri all'estero e nessuno fino ad ora ha gridato allo scandalo! Arrivare a dirigere un museo, un'azienda a tutti gli affetti (con la gestione del personale, la scelta degli investimenti e una innovativa accoglienza dei visitatori/turisti) per meriti e non per scatti di anzianità, mi pare non una garanzia di successo, ma certamente un approccio più manageriale. Per metterci al passo con i grandi musei stranieri, che a detta delle statistiche attirano più visitatori dei musei Italiani, occorre uno specifico know how non solo dei beni culturali e delle loro collezioni, ma anche del mercato del turismo culturale. Non vi è dubbio che nel ministero dei Beni culturali esistano le migliori menti per salvaguardare l'immenso patrimonio conservato, però, probabilmente non sono preparati a questo compito che all'inizio della loro carriera non gli era nemmeno richiesto.
Forse Dario Franceschini è arrivato a questa decisione per aumentare le entrate economiche, essendo per lo Stato questo un periodo di spending review, ma come spesso accade, nel momento del bisogno ti dai da fare di più. In verità per amministrare bene ci vuole la bilancia, ovvero, da un lato rigore nella spesa e dall'altro un aumento delle entrate. Aumentare le entrate nei beni culturali dello Stato è auspicabile per chi paga le tasse in Italia, ma speriamo che non si dimentichi degli altri beni culturali, di privati, di comuni e di enti che contribuiscono senza aiuti a mantenere giardini storici, palazzi, ville e collezioni d'arte in autonomia sul mercato culturale da diverso tempo.
Cosa cambia per il nostro network? Operare su un mercato in cui lo stato ha adottato una strategia di marketing significa che forse potremmo sperare di avere un interlocutore che parla la stessa lingua, che voglia creare quel famoso rapporto (di cui si parla da tanto) tra pubblico e privato. Il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini è stato coraggioso e deciso, adesso la palla passa ai super direttori. Io per prima mi aspetto grandi cose da loro.
Mi piacerebbe avere il suo parere a proposito.
Judith Wade.
Il nuovo corso è quello di cercare di avere dei direttori che possano valorizzare meglio il patrimonio dello Stato Italiano. Sono state scelte persone che già hanno dimostrato di avere successo nel dirigere musei in Italia e all'estero. Le polemiche, poche e prevedibili, sottolineavano che molte nomine, 7 su 20, erano straniere. Mi pare però che molti Italiani lavorino in musei e teatri all'estero e nessuno fino ad ora ha gridato allo scandalo! Arrivare a dirigere un museo, un'azienda a tutti gli affetti (con la gestione del personale, la scelta degli investimenti e una innovativa accoglienza dei visitatori/turisti) per meriti e non per scatti di anzianità, mi pare non una garanzia di successo, ma certamente un approccio più manageriale. Per metterci al passo con i grandi musei stranieri, che a detta delle statistiche attirano più visitatori dei musei Italiani, occorre uno specifico know how non solo dei beni culturali e delle loro collezioni, ma anche del mercato del turismo culturale. Non vi è dubbio che nel ministero dei Beni culturali esistano le migliori menti per salvaguardare l'immenso patrimonio conservato, però, probabilmente non sono preparati a questo compito che all'inizio della loro carriera non gli era nemmeno richiesto.
Forse Dario Franceschini è arrivato a questa decisione per aumentare le entrate economiche, essendo per lo Stato questo un periodo di spending review, ma come spesso accade, nel momento del bisogno ti dai da fare di più. In verità per amministrare bene ci vuole la bilancia, ovvero, da un lato rigore nella spesa e dall'altro un aumento delle entrate. Aumentare le entrate nei beni culturali dello Stato è auspicabile per chi paga le tasse in Italia, ma speriamo che non si dimentichi degli altri beni culturali, di privati, di comuni e di enti che contribuiscono senza aiuti a mantenere giardini storici, palazzi, ville e collezioni d'arte in autonomia sul mercato culturale da diverso tempo.
Cosa cambia per il nostro network? Operare su un mercato in cui lo stato ha adottato una strategia di marketing significa che forse potremmo sperare di avere un interlocutore che parla la stessa lingua, che voglia creare quel famoso rapporto (di cui si parla da tanto) tra pubblico e privato. Il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini è stato coraggioso e deciso, adesso la palla passa ai super direttori. Io per prima mi aspetto grandi cose da loro.
Mi piacerebbe avere il suo parere a proposito.
Judith Wade.
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L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni.- Pablo Picasso - |
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