Grandi Giardini Italiani Srl

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Italy

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3 Febbraio 2017

Un itinerario insolito tra Giardini e altre meraviglie

In questo periodo mi piace pensare che ormai l'inverno è alle spalle e la Primavera inizia timidamente a far capolino. La puoi scorgere nelle giornate più tiepide, quelle in cui il sole splende e riscalda appena la frizzante aria invernale. D'altronde anche nella saggezza popolare il giorno della Candelora, appena lasciato alle spalle, segna il passaggio dall'Inverno alla Primavera, come ci ricorda un antico proverbio «Per la santa Candelora se nevica o se plora dell'inverno siamo fora, ma se l'è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno». La festa della Candelora (“festum candelarum” ) fu introdotta nel lontano 474 a.C. dal patriarca di Roma Gelasio a sostituzione della cerimonia pagana dei Lupercali, e si caratterizza per la benedizione delle candele prima di portarle in processione alla Santa.

Con slancio positivo pensando alla primavera che verrà, ho rispolverato nella memoria un viaggio di qualche tempo fa nella zona della Toscana. Un itinerario insolito tra giardini e affascinanti panorami naturali. Il viaggio inizia a Borgo Mozzano, a poco più di 15 Km dalla Villa Reale di Marlia sulla strada provinciale che la collega a Nord con la zona termale della provincia di Lucca. Qui sorge il Ponte della Maddalena, conosciuto anche come Ponte del Diavolo, uno dei tanti che costellano l'Italia e che regalano spettacolari paesaggi giocati sui riflessi nel sottostante specchio d'acqua. Il ponte fu costruito ai tempi della Contessa Matilde di Canossa (1046-1115), anche se il suo odierno aspetto è dovuto alla ricostruzione effettuata da Castruccio Castracani (1281-1328), nobile lucchese, che gli conferì la caratteristica forma dei ponti medievali a “schiena d'asino”, con la differenza che le sue arcate sono asimmetriche e quella centrale molto alta e ampia, tanto che la sua solidità sembra una sfida alla legge di gravità.

A questo ponte che collega le due sponde del fiume Serchio è legata una leggenda che vuole che la sua costruzione fosse opera del Maligno, da qui Ponte del Diavolo. Si narra infatti che il capo muratore, preoccupato di non riuscire a rispettare i tempi di consegna per il ritardo accumulato nei lavori, accettò l'aiuto del Maligno il quale gli promise di costruirlo in una notte a patto che gli fosse consegnata l'anima del primo passante. Il muratore accettò e il Diavolo l'indomani mattina fece trovare il ponte finito. Il capo muratore, temendo per la sua anima, si confidò con il parroco del paese che escogitò uno stratagemma: fece attraversare per primo il ponte da un cane. Il Diavolo infuriato per essere stato ingannato lo prese con sé e si buttò nelle acque del fiume senza mai più farsi rivedere.
Al di là dei racconti che rivestono di fascino i luoghi e ci tramandano un sentire popolare che fortifica le nostre radici, l'immagine del ponte riflessa nel fiume sottostante, la natura che lo incornicia regalandoci un'istantanea di molteplici colori, la possibilità di percorrere il suo dorso e di ammirare l'ingegneria della sua costruzione, merita assolutamente il viaggio.

Proseguite, poi, verso i vicini Bagni di Lucca per godervi un rilassante bagno termale. Le terme conosciute sin dal Medioevo erano frequentate in passato, non tanto per le proprietà terapeutiche delle sue acque, ma come luogo di incontro della mondanità europea.

Percorrendo la strada provinciale che collega Bagni di Lucca a Collodi resterete ammaliati dal Giardino Storico Garzoni, la cui conformazione lo rende il I giardino storico in Europa incastonato nella collina. Lì accanto sorge un'altra meraviglia dei Grandi Giardini Italiani, il Parco di Pinocchio, una rappresentazione visiva del celebre capolavoro letterario dello scrittore Carlo Lorenzini, in arte Carlo Collodi. Proseguendo in direzione Lucca lasciatevi affascinare dalla maestosità del Parco della Villa Reale di Marlia a Capannori, viva testimonianza di due periodi costruttivi diversi dell'architettura delle ville lucchesi. Se, infatti, da un lato il Parco conserva, l'originario impianto seicentesco con siepi, aiuole fiorite e alberi d'alto fusto; dall'altro è disegnato secondo la moda del giardino paesaggistico all'inglese con sentieri sinuosi, punti panoramici e boschetti ombrosi.
Sarà un viaggio che lascerà nei vostri cuori un segno indelebile.

M. L.

I paesaggi appartengono alle persone che li guardano

- Ralph Waldo Emerson -

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