Grandi Giardini Italiani Srl

c/o Villa Erba
Largo Luchino Visconti, 4
22012 Cernobbio (COMO)
Italy

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15 Settembre 2022

L’Officina dei Giardini per Grandi Giardini Italiani

Judith Wade intervista Vittorio Cravanzola, Founder and CEO de L'Officina dei Giardini

  • Quando e come nasce L'Officina dei Giardini?
    L'Officina dei Giardini nasce nel 1995 a Torino in un piccolo laboratorio preso a prestito e con limitatissime risorse se non la matita e qualche spicciolo. L'idea viene in occasione della visita a Parigi di un Expo intitolato l'Art du Jardin e contestualmente dalla scoperta di una entusiasmante costruzione ottocentesca quale il Gran Palais de Paris oltre che mirabili realizzazioni in acciaio che arredano notoriamente la Ville Lumiere. Ed è stata appunto una illuminazione l'idea di proseguire una tradizione di gusto e di capacità di fare che certo non mancava pure nel nostro bel paese.
    Inizialmente è stata quella che oggi verrebbe definita una start-up, nasce quindi con l'idea di sviluppare un progetto di impresa cedibile dopo cinque anni. Se nonché, trascorsi cinque anni e raggiunti gli obiettivi preposti, non ci sia l'ex entità fatto di applicare un così bel progetto che dava molte soddisfazioni, non solo economiche ma anche la possibilità di conoscere persone importanti e viaggiare nelle località più amene, visitare le case ed i giardini più riservati e prestigiosi. Tutto questo non aveva valore ed ahimè neanche per il mercato, avendo tutti intuito che la “faccenda” era tutta personale, difficilmente traducibile in un concetto di industria e mero profitto.

  • Quali sono le abilità professionali del vostro personale? È facile trovare manodopera esperta in questo settore?
    L'Officina dei Giardini anche nella sua struttura organizzativa, tenta tutti i giorni la folle impresa di replicare l'utopia di taluni pensatori ottocenteschi, certo con luci e ombre, ma con la piena consapevolezza che tutti i suoi collaboratori sono, oltre che molto validi, dei veri entusiasti della vita.
    Come per molte aziende non esiste una professionalità specifica che identifichi il saper fare Officina dei Giardini quindi il personale viene selezionato secondo un criterio di capacità manuale, propensione alla precisione ed alla onestà intellettuale. Il personale riceve quindi costantemente aggiornamenti e formazione in linea con gli sviluppi della tecnologia aziendale.
    Quindi L'Officina dei Giardini ha compiuto da poco 28 anni di attività avendo superato nel tempo tutto ciò che è accaduto nel bene nel male come essere nata in un periodo di grande effervescenza economica ma anche aver vissuto crisi economiche di sistema, pandemie, guerre (esportiamo più del 60% della produzione all'estero tutt'oggi). Oggi L'Officina dei Giardini da occupazione ad una trentina di persone tra impiegati diretti ed indiretti con mansioni che vanno dalla progettazione alla produzione, dal montaggio al controllo di qualità e gestione cantieri, fino all'amministrazione.

  • Dove e quando nasce la tradizione delle serre?
    All'origine dell'idea de L'Officina dei Giardini vi è l'ammirazione per alcuni dettagli notati sugli sfondi di stampe, incisioni e ambientazioni di importanti quadri d'epoca. Si può infatti dire che il concetto di giardino protetto e progettato, così come oggi lo si intende, nasce nella metà del 1600 con l'Orangerie di Luigi XIV realizzata negli splendidi giardini di Versailles. Infatti nel XVII secolo l'età dei fasti e dei viaggi ha luogo una vera e propria caccia alla varietà di piante più rare ed insolite provenienti da ogni angolo del mondo conosciuto. Ciò porta ad un notevole incremento della domanda di serre e stufe ed all'impegno via via crescente di progettisti nella loro realizzazione e modernizzazione.
    Nel secolo successivo grazie all'aiuto delle moderne tecnologie costruttive dei nuovi materiali si realizzeranno serre con vetrate sempre più ampie.
    Sarà però solo l'avvento dell'era industriale a portare con sé un notevole miglioramento delle tecniche di lavorazione del ferro lasciando al vetro il ruolo di elemento principale della costruzione stessa. Nel XIX secolo diviene di fatto l'era delle grandi costruzioni in vetro e le serre le verande faranno la loro apparizione nei giardini delle case dei ceti non aristocratici.
    Verso la fine del secolo nelle verande si allestiranno sale da gioco con tavoli da biliardo o sale da musica. Le esposizioni universali danno inoltre un enorme contributo alla storia dell'architettura dei manufatti in acciaio, pensando già solo alla Tour Eiffel piuttosto che al Cristal Palace.
    Feste pubbliche e private celebrazioni vedono inoltre la realizzazione di bellissimi padiglioni, magnifiche tende variopinte per le feste e sontuosi chioschi musicali.
    Tutti questi splendidi manufatti rappresentati, costituiscono di fatto un importante patrimonio estetico per tutto il concetto di ombreggiatura romantica e piccole amenità di attrazione nei grandi giardini privati e pubbliche piazze, oggi impiegato da L'Officina dei Giardini nelle sue realizzazioni. L'azienda si è di fatto impiegata, nei primi anni di vita, nel restauro di antiche serre e Pavillon da cui ha acquisito importanti concetti costruttivi, fondati sulla semplicità ed efficienza bioclimatica, culminato con la pubblicazione del libro “GIARDINI D'INVERNO” ed. Allemandi
    Con il passare del tempo e delle mode i Giardini d'Inverno, i padiglioni, permangono come un modo elegante di vivere la casa in un ambiente luminoso che consente anche la presenza importante di vegetazione e l'affaccio sul proprio amato angolo di natura: il giardino.

  • Nel tempo l'uso delle serre è cambiato molto: da spazio di coltivazione a salotti verdi fino a divenire il primo punto di accoglienza dei giardini. Cosa ha portato a questo cambiamento di destinazione d'uso e qual è la sua ultima creazione?
    Negli ultimi anni si è scoperto il grande valore degli spazi aperti quali un piccolo terrazzo o un angolo di giardino per vivere all'aria aperta, magari accolti da eleganti arredi e confortevoli strutture scenografiche outdoor.
    Non tutti i mali vengono per nuocere, ci si può quindi consolare pensando che uno degli effetti della pandemia è stata la necessità di un maggior distanziamento sociale e di conseguenza gli spazi per gli eventi sono diventati improvvisamente insufficienti, così come sono diventati necessari nuovi ambienti per il lavoro smart working. L'Officina dei Giardini ha cavalcato quest'onda progettando grandi Giardini d'Inverno atti ad accogliere uno standard di 200/300 persone oltre che piccoli deliziosi ambienti luminosi dove svolgere la propria attività stando a casa. Anche la ristorazione e l'ospitalità stanno avendo un grande sviluppo con necessità di adeguati ambienti da offrire ai propri clienti: formidabili strumenti di lavoro che creano sviluppo e qualità di ricezione.

  • Le serre del passato erano luoghi umidi d'inverno, con la pioggia che si insinuava in ogni dove, e roventi d'estate. Come sono riuscite le sue progettazioni a risolvere le attuali criticità climatiche per creare ambienti ospitali nelle diverse condizioni atmosferiche?
    I rapidi cambiamenti climatici di cui abbiamo prova quotidiana hanno portato a sviluppare tecnologicamente tutte le caratteristiche dei Giardini d'Inverno di nuova produzione: l'acqua meteorica che cade con una copiosità mai vista prima deve essere convogliata nella rete di drenaggio mediante nuovi calcoli di paradigma, grondaie e pluviali riproporzionati. Le superfici vetrate che costituiscono il 95% della superficie di un Giardino d'Inverno sono chiamati ad essere molto più prestazionali rispetto all'influenza del sole. Operare in paesi dove la fascia climatica è estremamente esasperata sul freddo, a cui si aggiungono i capricci della committenza di avere una piscina ed un parco tropicale quando all' esterno vi è una temperatura di -36° hanno portato ad un entusiasmante sviluppo della tecnologia applicata, certificando il comfort e la salubrità degli ambienti. Così anche la necessità di avere un isolamento acustico totale in un paesino di montagna dove alla sera ci si diverte con musica dal vivo; tutto questo è stato possibile raggiungendo i 10 cm di spessore dei vetri in totale trasparenza con 52,3 dB RW, praticamente paragonabile ad un muro di 50 cm! Certificati dal politecnico di Torino, nostra grande risorsa.

  • L'eccellenza del made in Italy delle vostre creazioni sono conosciute all'estero fino in Cina. Qual è il paese straniero dove ha trovato maggior fortuna e perché?
    L'Officina dei Giardini progetta e produce sicuramente cose molto particolari quindi necessita di un mercato molto ampio che non esiterei a definire planetario. Oggi l'azienda si avvale di una Export Manager, ma da molti anni con notevoli fatiche, esporta in paesi quali la Cina, sud-est asiatico, paesi arabi, ex Unione Sovietica ed ovviamente Europa.
    La cosa curiosa è che ogni volta che si affronta una nuova cultura si cerca di essere compiacenti ed adottare i loro stilemi architettonici, ma ogni volta la scelta ricade in ultimo su uno stile prettamente italiano, sui nostri grandi architetti quali Palladio che ha contaminato il gusto generale quando si parla di opere classiche. Si pensi anche solo per esempio alla White House, ma così anche tutti gli edifici di alta rappresentanza in tutti i paesi che frequentiamo attingono a piene mani dalla nostra cultura e dal nostro saper fare italiano. Il Made in Italy é praticamente un brand che vale almeno il 20% in più su qualunque tipologia di prodotto e noi ne siamo testimoni e fieri. Purtroppo l'Italia e l'Europa hanno venduto e svenduto molta tecnologia ed asset importanti negli ultimi tempi, per cui alcuni paesi si stanno sostanzialmente affrancando producendo in house cose che prima rappresentavano una nostra esclusiva, ma quando desiderano avere assoluta originalità e la vera qualità del buon vivere, è sempre qui che devono venire a cercarla.

  • In occasione di Verde Grazzano lei firmerà il salotto con cui i Grandi Giardini Italiani parteciperanno alla fiera e nel quale accoglieremo i proprietari della Rete. Lei è legato in modo particolare a qualche giardino del nostro Network?
    Da molti anni collaboriamo con Grandi Giardini Italiani e con la sua ammirevole mentore Judith Wade, persona a cui siamo estremamente grati per le sue innumerevoli qualità umane, grande esempio di capacità creativa ed elegante empatia. Molti sono i giardini annoverati nel network Grandi Giardini Italiani con cui abbiamo avuto occasione di lavorare o offrire le nostre proposte poi trasformate a volte in preziosi scrigni in splendidi contesti.… me ne vengono in mente alcuni come il Castello di Pralormo, nostro primissimo cliente che ha avuto fiducia in noi quando non c'era ancora nulla di dimostrabile. Ma anche il Castello di Miradolo piuttosto che la Reggia di Venaria, Villa Tasca, Villa Erba, Castello di Masino, Villa della Pergola, l' Orto Botanico di Brera, su cui abbiamo attualmente progetti in corso.

In ultimo quali giardini consiglierebbe di visitare agli Amici dei Grandi Giardini Italiani?
Agli amici di Grandi Giardini Italiani raccomanderei la visita della Biblioteca degli Alberi di Milano in cui si trova un grande esempio di riqualificazione urbana e di visione del futuro. Ma anche il Giardino dell'Impossibile a Favignana, un paesaggio lunare, il cui nome ben si accosta a quello de L'Officina dei Giardini e di Grandi Giardini Italiani quasi fosse un manifesto programmatico per il futuro.

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Nel tempo della distruzione, crea qualcosa.

- Maxine Hong Kingston -

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