Si è tenuto ieri a Lavis il convegno «
Il principe, l'architetto, il mercante e l'imprenditore. Follies: elogio dei giardini eccentrici» ideato e organizzato da
Grandi Giardini Italiani in collaborazione con il
Comune di Lavis. Dinnanzi ad una platea di oltre 200 persone si è discusso di un tema tanto affascinante quanto poco conosciuto: il giardino folly.
Quando si parla del mondo dei giardini, tutti noi conosciamo in maniera più o meno approfondita cosa si intende per giardino all'italiana, alla francese, all'inglese, ma pochi conoscono
le follie che caratterizzano alcuni
Grandi Giardini Italiani e di cui abbiamo celebri esempi anche all'estero come
Las Pozas di
Eduard James in Messico.
Il folly, quel sottile filo rosso, che collega il
Giardino Bortolotti detto dei Ciuccioi, il
Sacro Bosco di Bormazo (Bomarzo, VT),
La Scarzuola (Montegabbione, TN) e il
Parco Scherrer (Morcote, CH) è stato oggetto di analisi nelle relazioni approfondite dei relatori che hanno svelato alla platea i “capricci” che li caratterizzano.
Andrea Brugnara, sindaco del Comune di Lavis, ci ha condotto alla scoperta della
follia pratica, così come riportato nel titolo del suo intervento, che ha guidato l'imprenditore
Tommaso Bortolotti a realizzare il
Giardino dei Ciucioi, una creazione ingegneristica, prima che botanica, in cui ogni tassello ha una sua precisa collocazione e dove ciò che potrebbe sembrare bizzarro è in realtà al servizio di uno scopo più alto, funzionale al mantenimento del delicato equilibrio di un giardino che si snoda su sette terrazze artificiali disposte a piramide, in parte scavate nella roccia, e sulle quali si sviluppano originali architetture che richiamano il gusto eclettico della prima metà dell'Ottocento. Qui incastonati nella roccia puoi scorgere la facciata di una chiesa, un castello con criptoportico, una grotta artificiale, una loggia rinascimentale e persino delle guglie moresche: diversi elementi il cui significato simbolico è tutt'ora controverso, ma che i più interpretano come un percorso iniziatico, ispirato agli ideali della massoneria. Lo stesso percorso che riecheggia anche nella presentazione del
Sacro Bosco di Bomarzo, curata dal prof.
Antonio Rocca docente di
Storia dell'Arte presso l'
Accademia di Belle Arti di Viterbo e Direttore scientifico del convegno. La chiave di lettura di questo labirinto ermeneutico, voluto dal principe Vicino Orsini, è
l'idea del Theatro di
Giulio Camillo: la Casa Pendente, le Sfingi, l'antro delle Ninfee, la Bocca tartarea, le Furie, il Teatro, il Drago, il Pegaso, Ercole e Lica, tutti elementi che portano all'apice di una piramide che si conclude con un Tempietto. Un anelito mistico che ritroviamo anche ne
La Scarzuola (Montegabbione, TN) che come precisa il professore
Antonio Rocca, citando
Marco Solari, appare come «
la pietrificazione di un sogno che comprende più sogni, chiuso dentro a una bottiglia e affidato alle onde del tempo». Liquidare la creazione di questa città ideale come un semplice capriccio ozioso significa non riuscire a coglierne il significato profondo, la visione surreale, onirica e inafferrabile del suo artecfice: l'architetto
Tomaso Buzzi.
È il sogno, il sogno di un paradiso in Terra, che anima, invece, la realizzazione del Parco Scherrer a Morcote, realizzato negli anni Trenta da
Arturo Scherrer (1881 – 1956), commerciante di tessili, appassionato viaggiatore e amante dell'arte e della cultura. Così come ha spiegato la Direttrice del Parco, nonché Assessore del Comune di Morcote, [Caterina Hörtig, in questo è che stato definito “giardino delle meraviglie” il percorso si snoda come se fosse un viaggio attraverso epoche e culture diverse. La lussureggiante vegetazione accoglie una ricca collezione di oggetti d'arte provenienti da tutto il mondo, come ad esempio la copia in scala 1:4 del
Eretteo il secondo tempio dell'Acropoli di Atene, la palazzina indiana costruita sul modello di Palazzo Salò a Brugine vicino a Padova, oppure il tempio egiziano di Nefertiti, di cui l'interno è una copia fedele dell'originale che si trova a Berlino, dove i coniugi Scherrer hanno voluto far deporre le loro ceneri. Così sebbene a prima vista questo giardino può sembrare pieno di capricci o follies, interpretarlo alla luce della cultura e della raffinatezza del suo ideatore potrà svelare il suo vero significato nascosto.
Gli atti del convegno «
Il principe, l'architetto, il mercante e l'imprenditore. Follies: elogio dei giardini eccentrici» sono pubblicati da
Grandi Giardini Italiani nella collana
Garden Books.