Grandi Giardini Italiani Srl

c/o Villa Erba
Largo Luchino Visconti, 4
22012 Cernobbio (COMO)
Italy

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14 Marzo 2024

Grandi Giardini Grandi Vini

Un itinerario alla scoperta dei vini delle tenute di Grandi Giardini Italiani

Testo di Egle Pagano

C'è un vino che mette quasi sempre d'accordo tutte le principali guide enologiche italiane, conquistando i punteggi più alti. È il San Leonardo, l'etichetta di punta dell'omonima tenuta che i marchesi Guerrieri Gonzaga possiedono ad Avio, in Trentino. Rosso di grande corpo ed eleganza, taglio bordolese nato dall'assemblaggio di Cabernet Sauvignon, Carmenère e Merlot, il San Leonardo è il frutto degli studi enologici e della passione del marchese Carlo Guerrieri Gonzaga, ma anche della sua collaborazione con il grande enologo Giacomo Tachis, fra gli artefici del Rinascimento del vino italiano, autore di best seller che hanno proiettato la Toscana al vertice del mercato internazionale, come il Tignanello di Antinori o il Sassicaia della Tenuta San Guido dei Marchesi Incisa della Rocchetta.
La Tenuta San Leonardo, oggi amministrata da Anselmo Guerrieri Gonzaga, che ha nel padre Carlo un costante punto di riferimento, è parte di una grande proprietà, oltre 300 ettari suddivisi fra boschi, prati e vigneti, in un contesto di biodiversità prezioso per la viticoltura. I terreni alluvionali di natura prevalentemente calcarea protetti dai Monti Lessini e favoriti dalla ventilazione proveniente dal lago di Garda costituiscono un terroir ideale per le uve da cui nascono, oltre al San Leonardo, anche il Villa Gresti, da uve Merlot e Carmenère, e il Vette di San Leonardo, da uve Sauvignon blanc. Uve coltivate e lavorate secondo i dettami dell'agricoltura biologica.

La Tenuta San Leonardo non è però l'unico esempio di dimora storica in cui il giardino è armoniosamente inserito nel contesto di un paesaggio vitivinicolo. È frequente infatti, soprattutto nelle regioni a più spiccata vocazione enologica quali Toscana, Veneto, Piemonte, alzare lo sguardo oltre la siepe di un magico giardino e scorgere le perfette geometrie dei vigneti che ricoprono la piana o le colline.

Nel network Grandi Giardini Italiani, per esempio, figurano ben otto proprietà che alla villa e al giardino storico affiancano un'azienda agricola che produce vino. La gamma è ampia: vini importanti e vini quotidiani, etichette da vitigni internazionali e varietà autoctone, addirittura di nicchia, vini celebrati e famosi e altri meno noti ma sorprendenti: tutti, comunque, da scoprire. Accade così che al visitatore attratto dall'architettura verde si aprano scorci inattesi e affascinanti, con la possibilità di esplorare anche una parte della ricchissima mappa del Vigneto Italia.

In un itinerario alla scoperta dei vini delle tenute di Grandi Giardini Italiani si potrebbe così, ad esempio, partire dal Piemonte, da Bagnolo, località del Cuneese dove si trova il Castello di Malingri, complesso millenario di grande fascino, immerso in un paesaggio di particolare suggestione. Qui, oltre che della bellezza del parco e dell'ospitalità dell'agriturismo, si può godere anche di un'esperienza enologica interessante. Si può degustare il Malingro, un rosso da uve Dolcetto in purezza, oppure l'Arby, nome che richiama il contenitore in legno di castagno con cui si trasportavano le uve, un Merlot ottenuto da vigneti posti a 500 metri di altitudine e caratterizzati da forti escursioni termiche. O ancora, il Set, assemblaggio di sette varietà diverse fra le quali rare uve autoctone che crescono in un vigneto di oltre settant'anni.
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Da Bagnolo si raggiungono facilmente le colline di Acqui Terme (Alessandria), per scoprire le bellezze di Villa Ottolenghi Wedekind, costruita nella prima metà del ‘900 dal conte Arturo Ottolenghi e dalla moglie Herta von Wedekind. Dimora sontuosa, ospita oggi un relais esclusivo, un meraviglioso giardino e anche una cantina. I vini, tipici del territorio, sono prodotti dalla Società Agricola Vittoria che coltiva i terreni della tenuta del Dominio Borgorosso. Nella cantina un'ampia sala di degustazione ospita l'assaggio e la vendita delle etichette della casa, a base di Barbera Docg, Nebbiolo, Chardonnay, Sauvignon. 
Vale la pena ricordare che il giardino della villa fu progettato nel 1955 da Piero Porcinai, paesaggista di fama internazionale che aveva previsto, come trait d'union tra il parco futurista e il territorio monferrino, l'impianto di otto ettari di vigne secondo un disegno di insieme in armonia con il giardino. La nuova proprietà, che fa capo a Vittorio Invernizzi, si propone di riprendere i progetti originari e di ripiantare le viti seguendo le indicazioni dell'architetto.
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Lasciato il Piemonte, l'itinerario ci porta in Veneto a Villa Rizzardi, nel cuore della Valpolicella, una delle più importanti aree vitivinicola italiane, dove si producono vini rossi fra i più pregiati al mondo. La Tenuta Pojega, acquistata dai conti Rizzardi nel 1649, si trova a Negrar, nella Valpolicella classica, dove le uve Corvina, di Corvinone e di altre varietà locali danno origine a denominazioni di grande pregio quali Valpolicella, Classico o Ripasso, Amarone, Recioto. La villa fa parte del complesso di tenute della famiglia Guerrieri Rizzardi, che possiede anche un'importante tenuta a Bardolino nella zona del Garda, famosa per la produzione del rosso Bardolino e del rosato Chiaretto. Possiede inoltre una tenuta in Valdadige, dove regna il vitigno Chardonnay, e a Soave, terreni ideali per uve a bacca bianca quali Garganega, Chardonnay e Trebbiano di Soave.
Lasciando Verona e la Valpolicella e puntando a nord sull'autostrada del Brennero, si raggiunge in breve tempo il casello di Ala-Avio e la Tenuta San Leonardo.
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Puntando in direzione di Vicenza, invece, si raggiunge la zona dei Colli Berici, area di notevole suggestione paesaggistica e di straordinaria vocazione enologica, ancora poco conosciuta. A 18 km da Vicenza, a Barbarano, si trova la Villa di Montruglio Pigafetta Camerini.

Nella valle che si apre alle spalle della villa, l'Azienda Agricola Montruglio può contare su un'ampia estensione di vigneti delle varietà locali, quali Tai Rosso (già Tocai rosso, interessante vitigno appartenente alla famiglia delle Granacce) e Tai bianco, nonché delle varietà internazionali, quali Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Sauvignon Blanc. Si tratta di impianti che prevalentemente si trovano in collina, con esposizione a sud. L'azienda produce anche uno spumante brut e il prosecco Villa di Montruglio.
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Proseguendo verso est si arriva in Friuli, dove, nella campagna di Sacile, in provincia di Pordenone, si trova Vistorta, la tenuta che la famiglia Brandolini d'Adda possiede nella zona delle Grave, terreni argillosi di origine alluvionale. Il passaggio dal parco della villa, dominato da querce secolari, al vigneto, coltivato secondo i criteri dell'agricoltura biologica e del rispetto dell'ambiente, è un inno all'armonia della natura.
Qui Brandino Brandolini d'Adda, coadiuvato dall'enologo Alex Ongaro, è impegnato in un processo di valorizzazione dei vitigni bianchi e rossi tipici della zona. Fra questi spicca il Friulano, un tempo denominato Tocai, varietà a bacca bianca che negli ultimi vent'anni ha raggiunto elevati standard qualitativi
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Tornando a Verona, si può imboccare l'autostrada del Brennero e puntare a sud in direzione di Modena, per poi raggiungere Bologna. Sulle colline che circondano il capoluogo emiliano, a Marignano, si erge il Palazzo di Varignana, di proprietà di Carlo Gherardi. La tenuta dispone di una nuova cantina di 1100 m quadri semi-ipogea e ben integrata nel territorio circostante. I vigneti, in questo momento soggetti alla conversione al biologico, annoverano le principali varietà autoctone del territorio, quali Sangiovese, Albana, Malbo gentile, Pignoletto, accanto a varietà internazionali come Pinot Nero, Pinot Bianco, Chardonnay. La missione di Agrivar é produrre vini italiani di qualità che raccontino l'identità e del territorio. Nella zona sono presenti varietà autoctone dalle radici molto antiche, risalenti addirittura all'epoca romana.
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Dall'Emilia si passa alla vicina Toscana, scendendo in provincia di Siena, a Montepulciano. Il parco di Villa Trecci, di proprietà del gruppo San Bartolomeo di Caselle, ha recentemente debuttato nel mondo del vino con il millesimo 2021 di un Nobile di Montepulciano prodotto in regime biologico. L'azienda possiede in collina, accanto all'orto biologico che circonda la villa, un vigneto di circa 2,7 ettari atto a produrre il Nobile Doc . Il progetto enologico dell'azienda prevede il recupero, avviato nel 2018, dell'impianto di vigne datato 1964. Si è trattato di un processo lungo, a cui ha collaborato l'Istituto di Agronomia di San Michele all'Adige, che ha consentito di recuperare cloni di Sangiovese, Prugnolo gentile, Malvasia nera, Colorino, Mammolo, Trebbiano toscano Malvasia bianca e Grechetto. La vendemmia 2018 è entrata in commercio nel 2021 con una piccola produzione di qualità.
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Scendiamo, infine, in Sicilia, per visitare la Tenuta Regaleali. Nel 1959 il conte Giuseppe Tasca d'Almerita piantò barbatelle di Perricone e di Nero d'Avola sulla collina di San Lucio, nella Contea di Sclafani (Palermo), scommettendo su un new deal enologico per l'isola e ponendo le basi per il primo vino da vigna unica in Sicilia: la Riserva del Conte, più nota come Rosso del Conte. Immesso sul mercato con l'annata 1970 ebbe un immediato successo di critica, rivelandosi poi un vino longevo e fortemente identitario del territorio. Successivamente, nei primi anni ‘80 l'azienda lanciò un vino bianco da uve autoctone, promuovendo in particolare il vitigno Inzolia. Verso la fine del decennio il figlio Lucio ebbe l'intuizione di portare in Sicilia le varietà internazionali, Cabernet Sauvignon e Chardonnay senza con ciò rinunciare a valorizzare le varietà locali, Nero d'Avola, Catarratto, Perricone, Nerello Mascalese e Grillo.
Regaleali, oggi guidata da Alberto Tasca, è una tenuta che può contare attualmente su 600 ettari, con 12 tipi di suoli, sei colline tra i 450 e di 850 metri sul livello del mare e che rappresenta per certi versi quello che in Borgogna chiamano monopole.
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