Consigli di lettura
© Testo di Giusi Galimberti
Negli acquerelli che illustrano il libro, lei si dipinge come il Barone Rampante di Calvino. Una piccola donna, che dall'alto di un albero osserva il mondo, con il distacco a volte un po' ribelle verso ricevimenti ed eventi quotidiani. Ma che soprattutto contempla con amore il suo giardino, dove aleggiano i suoi pensieri e quelli delle sue piante, che sembrano dotate di umori, caratteri, quasi di un'anima.
La piccola donna disegnata è la Marchesa Umberta Patrizi Montoro, personaggio di grande cultura ma soprattutto dall'infinita passione per la natura. Con la sua famiglia è proprietaria di Palazzo Patrizi a Castel Giuliano, frazione di Bracciano, vicino alla Capitale, ma è soprattutto l'artefice della grande trasformazione e rinascita del giardino della tenuta. Una superficie di 5 ettari, con dolci pendii e aree terrazzate, caratterizzato da una vegetazione lussureggiante. Erbe aromatiche e arbusti fioriti crescono alla base di pini, querce, cedri del Libano. Protagoniste del giardino, vera passione della marchesa, sono però le rose: le rampicanti che risalgono sulle vecchie mura, oppure le antiche, che formano romantiche bordure. Ogni anno, a maggio, nel borgo si tiene la “Festa delle rose”.
Il libro Il giardino dei pensieri (pagg. 96, collana Garden Books ed. Grandi Giardini Italiana) è un diario diviso per stagioni, in cui l'autrice, la Marchesa Umberta Patrizi Montoro, raccoglie sensazioni, idee, progetti, momenti di sconforto per la mancata crescita di qualche pianta o un errore di potatura. E momenti di divertimento: questo è il termine che usa sempre, la marchesa, per descrivere la gioia che le regala il giardino in ogni mese dell'anno. Leggendo, partecipiamo con lo stesso entusiasmo alla sistemazione del Pozzo delle Farfalle o al taglio degli acanti nelle grotte, o ancora allo sbocciare dei fior di loto, nella vasca accanto alle scuderie. “È così bello pensare in giardino”, dice in uno dei suoi appunti invernali. “È così leggero e dispersivo, è così estetico, come il volo delle farfalle. Ogni cosa trova il suo posto con semplicità”. E parlando del giardino: “Non c'è premura. Posso sbagliare, posso cambiare. È una scuola, quella della natura, che insegna nel tempo”.